È ormai un dato universalmente acquisito che la transizione energetica sia una realtà irreversibile, dove non solamente le imprese ma tutti i cittadini sono chiamati a dare un contributo importante, verificandone al contempo gli effetti materiali sulla loro vita quotidiana.
Gli obiettivi europei che il nostro Paese è chiamato a perseguire, in particolare PNIEC, Fit for 55 e Repower Eu, ci impongono un percorso chiaro che, se da una parte impone sacrifici e scelte a volte difficili, dall’altra aprono a prospettive di sviluppo e crescita economica di proporzioni talmente importanti , che gli effetti benefici saranno tali da coinvolgere la comunità sociale nel suo complesso.
L’Italia, oggi, è uno dei Paesi con il più alto costo dell’energia: un gap così ampio per imprese e cittadini che incide sul benessere di tutti e sulle prospettive future se confrontato con gli altri paesi europei.
È evidente altresì che la transizione energetica risulta una scelta fondamentale per una rapida crescita strutturale del nostro Paese.
Gli obiettivi del DM Aree Idonee sono ambiziosi:
Individuare la ripartizione fra le regioni e le province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020
stabilire i principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle regioni delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi.
Le Regioni e le Province autonome devono emanare, nei successivi 180 giorni dall’entrata in vigore (ossia entro il 30 dicembre 2024), le proprie leggi con le quali individuare le aree ove sarà possibile realizzare nuovi impianti a fonti rinnovabili e quelle dove invece è vietato.
Il destino di un intero settore passa oggi dal legislatore, in particolare dal legislatore Regionale deputato all’individuazione dei criteri per il riconoscimento delle cosiddette “Aree Idonee”. Sostanzialmente si delega alle Regioni l’identificazione dei criteri di idoneità di un terreno o di un’area dove sarà possibile realizzare nuovi impianti da fonti rinnovabili. Tutto Ciò dovrà essere svolto anche alla luce degli effetti restrittivi a riguardo del cosiddetto “Decreto Agricoltura” di recente emanazione.
Comunità Energetiche SpA, in qualità di operatore attivo sul territorio, auspica una definizione delle Aree Idonee quanto più veloce possibile per consentire agli operatori del settore di potersi mettere a disposizione del Paese per l’implementazione della transizione energetica attraverso la costruzione di nuove infrastrutture rinnovabili capaci di integrarsi quanto più possibile, con il tessuto industriale inteso come artigiani, PMI e in generale i soggetti energivori. Ormai il quadro regolatorio nazionale sembra ben definito, e la sua stabilità potrebbe essere il volano di una crescita rapida ma non invasiva delle rinnovabili, in particolare del fotovoltaico, tecnologia ritenuta da Comunità Energetiche SpA la più adatta all’integrazione con il tessuto industriale proprio per la sua flessibilità e facilità di installazione.
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